Garante della Privacy, AGCM e AGCOM: fronte unito sui big data

Lo scorso luglio, il Garante per la Protezione dei Dati Personali (“Garante Privacy”), l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (“AGCM”) e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (“AGCOM”) hanno pubblicato un’indagine conoscitiva in tema di big data,  dalla quale sono scaturite 11 linee guida e raccomandazioni di policy volte ad affrontare in modo approfondito le implicazioni data protection, antitrust e di tutela del consumatore nell’era dell’inarrestabile sviluppo dell’economia digitale (le “Linee Guida”) [1].

Il punto focale dal quale irradiano le Linee Guida è la presa di coscienza, da parte delle suddette autorità, della necessità di un approccio trasversale e integrato al tema della disponibilità di volumi sempre più importanti di informazioni, allo scopo di individuare le azioni fondamentali volte a tutelare la libertà dei mercati e i diritti fondamentali, dato l’indubbio impatto nei confronti del tessuto sociale e della democrazia.

Non vi è dubbio, infatti, su come la manipolazione e lo sfruttamento economico dei big data possiedano un notevole potenziale di influenza nei confronti della vita quotidiana di tutti i cittadini; constatazione che ha stimolato le autorità di vigilanza a monitorare la propensione degli utenti di servizi on-line a concedere l’utilizzo dei propri dati a fronte dell’erogazione dei servizi.

L’indagine è stata realizzata sulla base di circa quaranta audizioni effettuate nei confronti dei principali operatori coinvolti nell’economia dei dati e delle telecomunicazioni, nonché attraverso l’acquisizione del parere degli esperti e dei grandi operatori del panorama digitale.

Le Linee Guida contengono tra l’altro, un esplicito invito al Governo e al Parlamento affinché si interroghino, sulla “necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza nell’uso delle informazioni personali (nei confronti dei singoli e della collettività)”[2].

Proprio la trasparenza gioca un ruolo di spicco, soprattutto  considerato che  dovrebbe consentire agli utenti di raggiungere una maggiore consapevolezza rispetto ai contenuti e alle informazioni ricevuti online, tendendo al benessere del consumatore anche attraverso l’utilizzo di strumenti diversi dalla data protection, quali il diritto della concorrenza, soprattutto con l’occhio attento alla possibilità che si vengano potenzialmente a costituire posizioni dominanti anche sul mercato dei diritti della collettività.

Non possono infatti esistere trasparenza e cognizione piena laddove, a monte, non venga preliminarmente vagliato quali sono i dati personali, distinguendoli da quelli che, a contrario, tali non sono, al fine di tratteggiare il corretto framework normativo di volta in volta applicabile, anche alla luce di una nuova enfasi sul principio di minimizzazione dei dati e sulle tecniche volte a contemperare l’utilizzo dei big data con i diritti individuali.

Infine, interessante la presa di posizione delle autorità in merito alla proposta di istituire un coordinamento permanente tra di esse, dato il profondo legame che stringe le differenti competenze in tema di big data ed economia digitale, nonché il desiderio di potenziare ed ampliare i rispettivi poteri di indagine e sanzionatori, visti alla stregua di un valido deterrente nei confronti di comportamenti scorretti messi in atto dagli operatori del mercato[3].

Per maggiori dettagli sull’indagine conoscitiva, si invita a prendere visione del documento tramite il seguente link:

https://www.garanteprivacy.it/documents/10160/0/Big+Data.+Linee+guida+e+raccomandazioni+di+policy.+Indagine+conoscitiva+congiunta+di+Agcom%2C+Agcm+e+Garante+privacy.pdf/563c7b0e-adb2-c26c-72ee-fe4f88adbe92?version=1.1