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2019/1

Emilio Girino Franco Estrangeros

Alla ricerca dei dati perduti

L’ampio intervento di Girino e Estrangeros offre una ricostruzione storico-normativa dell’evoluzione della disciplina: dalla Legge 675/1996 sino al GDPR, scandagliando in ciascun passaggio le fasi di sviluppo (o di regresso) delle regole primarie e secondarie succedutesi nel tempo e rileggendole nei mutati contesti economici, giuridici e soprattutto tecnologici in cui esse sono andate via via sostituendosi o stratificandosi. Muovendo dal portato basilare della Legge 675 (l’affermazione del principio di “proprietà” del dato), l’intervento enuncia e decritta, offrendo su ogni tema una chiave critica di lettura interdisciplinare, come e quanto tale diritto proprietario si sia progressivamente affievolito e ridotto, all’ombra di una disciplina rapidamente sopravanzata dallo scoppio della tecnologica accelerata, a fronte del quale quella disciplina assume atteggiamenti spesso contradditori: norme apparentemente sempre più draconiane ma nei fatti sempre più concilianti con, quando non favorenti, l’avanzata invasiva dei mezzi di trattamento. Il perenne contrasto fra una tecnologia che, con blandizie o con forza o “per forza”, provoca lo spossessamento del dato e la sua centralizzazione, spesso inconsapevole, presso più bacini di trattamento (fenomeno che gli Autori icasticamente ribattezzano “dispersione concentrativa” fornendone alcune rilevanti riprove tecniche e disciplinari) e una legislazione in perenne, affannosa e spesso “imbarazzata” rincorsa costituisce il leit-motiv della narrazione critica, la quale si conclude con l’osservazione dei metodi di “legittima difesa” con cui il proprietario del dato reagisce  alle insufficienze delle norme e con una riflessione ispirata dalle parole di uno dei più grandi giuristi della tutela della persona.

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