Privacy&

2019/1

Gianluigi Baroni Luca Saglione Daniela Bagarella

Te lo dico con una emoticon: gestione del personale e controllo sul posto di lavoro dopo il GDPR

L’evoluzione tecnologica ha consentito una crescente e sempre più penetrante possibilità per le aziende di raccogliere, conservare e trattare i dati dei propri dipendenti, amplificando progressivamente la capacità di controllo del datore di lavoro ed accrescendo, di riflesso, l’esigenza di adeguamento delle norme che definiscono possibilità e limiti del controllo datoriale. Tali trend evolutivi assumono rilevanza non solo su un piano strettamente normativo ma anche su quello delle prassi di gestione della “comunità sociale” dell’azienda e dei rapporti di lavoro che la compongono. In particolare, sotto questo profilo, i lavoratori – rendendo disponibili dati e informazioni in forma diretta (social media, e-mail, ecc.) o indiretta (GPS, cellulari, ecc.) ? sono potenzialmente diventati “soggetti attivi” e non più solo “passivi” del controllo; inoltre, il cambio delle regole di comunicazione e di linguaggio portati dall’evoluzione tecnologica sta determinando un superamento dei vecchi schemi di comunicazione delle generazioni precedenti per andare verso la relazione mediata dalla tecnologia (media, social, ecc.). Il compito delle norme di dettare nuovi equilibri tra le esigenze dei lavoratori da un lato e quelle dei datori di lavoro dall’altro nell’ambito della relazione non più solo diretta ma anche mediata diventa, pertanto, sempre più sfidante e la ricerca di questo equilibrio sempre più delicata e complessa, come esemplificato da un recente Provvedimento del Garante della Privacy (n. 500 del 13/12/18), in merito alla legittimità della valutazione di soci lavoratori di una cooperativa mediante affissione nella bacheca aziendale di dati personali accompagnati da emoticon. In tale occasione, il Garante ha confermato che le potenzialità della tecnologia devono adattarsi al rispetto della relazione tradizionale, diretta e riservata tra datore di lavoro e lavoratore e che, anche nell’epoca della comunicazione mediata, il consenso del lavoratore deve in ogni caso essere espresso in forma chiara ed esplicita. Siamo, comunque, solo agli inizi di un nuovo percorso, in cui la ricerca di un corretto equilibrio tra contrapposte esigenze e interessi nel mondo del lavoro dovrà affrontare tematiche ad oggi ancora poco esplorate e dagli impatti ancora abbastanza imprevedibili, con esiti che non saranno sempre scontanti e soprattutto a sfavore della tecnologia.

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