Privacy&

2019/1

Barbara Ferri Maria Ludovica Priori

Contenuti digitali e social network: tra GDPR e Legge sul Diritto d’Autore

Le applicazioni mobili, le piattaforme di intrattenimento e i social network hanno assunto un ruolo centrale nella quotidianità degli individui e nell’odierna conduzione del business aziendale; ciò grazie all’innovazione tecnologica e allo sviluppo di una rete di connessioni illimitata. Questa evoluzione ha inciso su differenti ambiti del diritto, tra cui la tutela dei dati personali e il diritto d’autore, comportando la necessità di mettere a punto appositi strumenti volti a tutelare soggetti in circostanze eterogenee e con esigenze differenti. In un contesto come quello digitale, le due discipline – il Regolamento UE 2016/679 in materia di protezione dei dati personali (“GDPR”) e la L. 633/1941 sul diritto d’autore (“LDA”) – possono sovrapporsi e tutelare un medesimo bene giuridico, come nel caso dei contenuti multimediali e, in particolare, della fotografia. Da un lato, il GDPR riconosce i presidi volti a tutelare i dati personali della persona fisica ritratta, prevedendo l’obbligo di informare l’interessato e di individuare l’opportuna condizione di liceità per svolgere operazioni di trattamento aventi ad oggetto l’immagine del soggetto; dall’altro, la LDA regola inter alia con appositi meccanismi l’utilizzo e lo sfruttamento di una fotografia in quanto opera dell’ingegno. Lo stretto legame tra i due ambiti del diritto è evidente nel contesto dei social network , dove si determina una “struttura multipla” di tutele, specialmente in relazione alle attività svolte da influencer e blogger che sfruttano la notorietà acquisita sul web per coinvolgere, influenzare e informare – come veri e propri reporter – un’ampia platea di destinatari. Ciò avviene tramite la condivisione di selfie , il live streaming e la pubblicazione di contenuti multimediali; ossia mediante attività che implicano la cessione dei dati personali al social network , il trattamento di dati personali riferiti a terzi soggetti, la creazione di contenuti digitali coperti dal diritto d’autore e la loro contestuale concessione in licenza alla piattaforma social nonché lo svolgimento di operazioni di trattamento da parte di imprese che si avvalgono della credibilità acquisita dall’ influencer e blogger per promuovere i propri beni o servizi. La sovrapposizione di due quadri giuridici complessi che prevedono, peraltro, istituti similari con una comune ratio applicativa è in grado di creare antinomie e asimmetrie interpretative, per lo più apparenti, che potrebbero essere superate estendendo le maglie di ciascuna delle due normative e sfruttando le soluzioni individuate tanto dal GDPR quanto dalla LDA in termini di valore aggiunto. Il tutto senza che la tutela dei diritti di proprietà intellettuale possa comprimere le libertà fondamentali dell’individuo o che la disciplina in materia di protezione dei dati personali si trasformi nel “grimaldello” attraverso il quale giustificare violazioni commesse a danno dei diritti di privativa vantatati da terzi. 

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