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2019/2

Gianluigi Baroni Luca Saglione

Il controllo delle presenze/assenze nel mondo del lavoro “smaterializzato” e dello “smart working”

Sin dall’avvio della Rivoluzione Industriale, il rapporto di lavoro è stato “pensato” e “costruito” sulla base di due cardini, uno temporale (l’orario di lavoro) e uno spaziale (il luogo di lavoro). Da ciò la necessità di sviluppare un sistema puntuale di rilevazione presenze, in grado di “certificare” il corretto svolgimento delle prestazioni sotto tale duplice profilo. Tuttavia, la Quarta Rivoluzione Industriale, attualmente in corso, sta determinando e sempre più determinerà una trasformazione tecnica e del lavoro senza precedenti nella storia, ponendo le premesse per un progressivo superamento delle categorie classiche dell’organizzazione del lavoro, tra cui quella spazio-temporale. In Italia la normativa in tema di presenze/assenze si è adeguata solo in parte ai cambiamenti in atto nel mondo produttivo; in particolare, il D. Lgs. n. 151/2015, nell’intervenire sul preesistente impianto legislativo, prendendo atto ed adeguando le regole all’avvenuta diffusione dell’IT, si è limitato a disciplinare in modo più lineare le modalità di controllo lungo gli assi dello “spazio” e del “tempo” già consolidati. È, peraltro, già in atto una tendenza delle imprese a spostare il focus del controllo dei dipendenti da un elemento formale (“spazio-temporale”) ad uno sostanziale (l’effettivo svolgimento di un’attività lavorativa e il valore economico da questa generato). Al riguardo, interessanti spunti sono offerti dalle esperienze in corso nell’ambito dello “ smart working ” e della “ gig economy ”. In particolare, le difficoltà operative nell’utilizzare le modalità di controllo “tradizionale” nel contesto dello “ smart working ”, in cui l’elemento spaziale della prestazione lavorativa scompare o si affievolisce, mentre l’elemento temporale rimane (ancorché in forma flessibile), stanno facendo emergere l’esigenza di nuovi e diversi indicatori per il presidio della “catena del valore” generata dal lavoro. Nell’ambito, invece, della “ gig economy ”, le modalità di controllo dell’attività lavorativa basata sulle recensioni dei clienti stanno mettendo in crisi i tradizionali approcci normativi in materia ed offrono interessanti spunti per la definizione di una nuova cornice normativa di riferimento, nella quale il GDPR verrebbe ad assumere un ruolo centrale.

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