Privacy&
2019/4
Indice

L'approfondimento
Le attività di trattamento per finalità di marketing fra Codice e Regolamento UE
Per un consenso (veramente) informato: la Corte di giustizia UE inizia l’inversione di rotta
L'APPROFONDIMENTO
La privacy applicata
Evoluzione della spesa in cybersecurity e delle relative sanzioni normative
Indipendenza, assenza di conflitto di interessi e competenze specialistiche: il CV del DPO interno
Controlli difensivi occulti: “proporzionalità e non eccedenza” i presupposti di legittimazione richiesti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
La recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in materia di controlli difensivi occulti sul luogo di lavoro, offre l’occasione per approfondire un tema che, da sempre, accende gli animi del dibattito dottrinario e giurisprudenziale nazionale.
Come si spiega un simile interessamento a tale tematica? La risposta è semplice. Il contemperamento del diritto dei dipendenti alla riservatezza sul posto di lavoro con quello dei datori di lavoro alla difesa dei propri beni aziendali rappresenta l’essenza di quella che, nello scenario collettivo, è la storica contrapposizione tra potere datoriale da un lato e forza-lavoro dall'altro; due entità che, pur necessitando imprescindibilmente l’una dell’altra, risultano innatamente avvinte da un rapporto conflittuale.
L’analisi che ci si appresta ad affrontare, pertanto, muovendo dalla genesi del dibattito, proseguendo con l’esame degli impatti delle nuove tecnologie, invita il lettore a riflettere sull’equilibrio instabile che governa le dinamiche tra questi due soggetti che, come protagonisti di un tormentato gioco di ruoli, si ritrovano vicendevolmente sempre a rivestire i panni di vittima e al tempo stesso di carnefice.
“Nessuno tocchi Caino!” ma chi, tra i due, rappresenta Caino?
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