Privacy&

2020/3

Gianluigi Baroni Luca Saglione

Il controllo dei dati sanitari dei dipendenti tra GDPR e le esigenze emergenziali

La situazione di emergenza sanitaria legata al Covid-19 e la contestuale necessità per le imprese di garantire la continuità delle attività produttive mantenendo un ambiente lavorativo protetto hanno imposto attente valutazioni su rischi ed opportunità di un trattamento “rafforzato” di alcuni dati sanitari dei dipendenti da parte dei datori di lavoro con la finalità di prevenire il contagio. Una riflessione sul tema non può limitarsi alla data protection , ma deve, altresì, estendere il proprio campo di osservazione alla tematica della gestione dei rischi, di natura sanitaria ma non solo, nel contesto della sicurezza del lavoro, rispetto ai quali il Covid-19 costituisce soltanto l’“ultimo arrivato”. In particolare, l’analisi della normativa di settore porta a concludere come il Covid-19 debba essere a tutti gli effetti incluso tra i rischi aziendali, con conseguente obbligo per i datori di porre in essere, pur in un contesto di urgenza ed incertezza, idonee iniziative prevenzionistiche. Su questa base di riferimento si è innestata e trova una connotazione sistematica la normativa emergenziale in tema di trattamento dei dati sanitari dei dipendenti. Peraltro, le previsioni contenute in tale normativa hanno fatto, altresì, emergere punti di attenzione sul delicato bilanciamento tra diritto alla salute e tutela dei dati personali, rispetto ai quali le prime indicazioni fornite dai Garanti della Privacy a livello europeo hanno fornito indicazioni solo parziali. Sotto la spinta delle nuove tecnologie, tematiche privacy e di sicurezza sul lavoro saranno sempre più interconnesse e richiederanno riflessioni approfondite per il corretto bilanciamento degli interessi collettivi ed individuali.

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