Privacy&

2020/3

Gaetano Arnò Fabrizio Di Geronimo Antonio Venditti

Schrems II, Atto Secondo

Chiamata nuovamente a intervenire nella vicenda giudiziaria instaurata da Maximilian Schrems dinanzi al Data Protection Commissioner irlandese, con la sentenza del 16 luglio 2020, causa C-311/18 (c.d. Schrems II), la Corte di Giustizia non si è limitata a invalidare un secondo framework negoziale per il trasferimento dei dati personali verso gli Stati Uniti (c.d. Privacy Shield), ma ha altresì sottoposto l’utilizzo delle Standard Contractual Clauses a una rigorosa analisi del sistema giuridico ricevente da parte di “esportatore” e “importatore” dei dati. Con ciò, la Corte di Giustizia ha non solo paralizzato gli operatori giuridici che fondavano i trasferimenti di dati personali su tali meccanismi, ma anche scosso le relazioni USA-UE. Partendo dalle principali reazioni europee e statunitensi, il presente articolo intende offrire il proprio contributo in una duplice prospettiva. Da un lato, verificare quali strumenti giuridici possano, ad oggi, garantire un legittimo trasferimento di dati personali verso paesi terzi e, dall’altro, verificare quali rimedi politici di lungo periodo restino possibili. In particolare, mentre alcune soluzioni proposte in dottrina prevedano un totale scontro geopolitico tra Europa e Stati Uniti, dovrebbero ritenersi prevalenti le soluzioni più conciliative, che siano in grado di garantire il flusso transfrontaliero di dati e scongiurare lo spettro di una Schrems III.

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