Privacy&

2020/3

Andrea Lensi Orlandi Lavinia Nappi

Il caso Google: il Conseil d’État conferma la decisione della Cnil

La Commission nationale de l’informatiqe et des libertés (“Cnil”) , nel gennaio del 2019, a seguito della ricezione di due reclami collettivi da parte delle associazioni None Of Your Business e La Quadrature du Net , relativi alle segnalazioni di circa 10.000 interessati, aveva irrogato una sanzione da 50 milioni di euro a Google LLC (“Google”) per la violazione del principio di trasparenza e informazione nonché dell’obbligo di determinazione di una base giuridica valida, sanciti rispettivamente dagli articoli 12, 13 e 6 del Regolamento (UE) 679/2016 (“Regolamento” o “GDPR”). A distanza di circa un anno, il Consiglio di Stato francese ha esaminato il ricorso presentato da Google avverso la decisione della Cnil e, dopo aver ribadito la competenza dell’Autorità francese, ha analizzato il merito del ricorso, soffermandosi sull’“architettura” privacy predisposta da Google al fine di informare gli utenti circa i trattamenti di dati personali effettuati, e sui meccanismi adottati per la raccolta del consenso degli interessati. Da ultimo, il Consiglio di Stato francese ha svolto alcune considerazioni sulla sanzione comminata dalla Cnil che, ad oggi, è una delle più elevate tra quelle comminate dalle autorità di controllo europee. Nel presente contributo gli autori svolgono alcune considerazioni circa la decisione del Consiglio di Stato francese che, oltre a segnare l’atteso epilogo del caso Google-Cnil , rappresenta un forte messaggio d’allerta per le altre multinazionali che operano nel settore dei servizi dell’informazione e della comunicazione.

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