Privacy&

2022/1

Stefania De Angelis

Il diritto all’oblio in rapporto alla libera manifestazione del pensiero fra provvedimenti e sentenze

Il presente contributo analizza, anche alla luce dei provvedimenti del Garante e della giurisprudenza, il delicato tema del diritto all’oblio. Trattasi di argomento di imponente rilevanza non soltanto sul piano meramente teorico ma altresì tecnico, inteso quale diritto alla cancellazione dei dati nonché vera e propria esigenza del soggetto ad essere dimenticato o comunque di rendere non più visibili i suoi dati o le sue vicende, soprattutto quando abbiano un connotato negativo e quindi idonee ad incidere sulla propria esatta identità digitale. In considerazione di questo scenario e del crescente progresso tecnologico nel senso della graduale digitalizzazione degli strumenti di comunicazione, è inevitabile la contrapposizione fra diverse pretese e necessità: da un lato, amplificare i rimedi per la protezione dei dati personali degli individui e nel contempo, salvaguardare diritti anch’essi fondamentali, come la libertà di espressione, il diritto di cronaca e il diritto all’informazione. L’aspetto pluridimensionale del diritto all’oblio sembra “costringere” dunque Legislatore, Giudice (nazionale ed europeo) e Garante della privacy a realizzare un complesso bilanciamento tra più diritti, con sfumature necessariamente diverse considerato l’approccio conseguentemente casistico rispetto alle varie doglianze.

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